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Navigli, le vie invidiate dal New York Times

Navigli, le vie invidiate dal New York Times

Gli uomini arrivano in bici e giacca e cravatta, le donne si annunciano caracollando sui tacchi sui piccoli ponti di ferro, gli studenti passano e si prendono una sedia. Sul far della sera inizia il rito dell’aperitivo, insaccati, formaggio e canapè, e le varie anime della città confluiscono qui, sulla sponda di Ripa di Porta Ticinese a Milano, la via che costeggia il Naviglio Grande e che ormai è diventata il gran salotto all’aperto dell’ happy hours .

Con questo ritratto di un angolo cittadino Ingrid K. Williams rende omaggio sul New York Times a una strada di sapore italiana, un suo luogo del cuore che ha inserito nell’elenco delle 12 vie favorite dai corrispondenti europei del giornale americano. E così, per la seconda volta in pochi mesi, Milano balza in cima alle mete preferite del New York Times : era successo a gennaio, quando la sezione «Viaggi» del quotidiano l’aveva messa come prima meta turistica da visitare nel 2015 davanti ad altre 51 destinazioni. Motivi? L’imminente Expo, ma non solo: i nuovi hotel, di lusso e charme; il Duomo di nuovo scintillante; il cibo e le nuove eccellenze regionali che si ritrovano sotto la Madonnina. Ragioni tutte che farebbero di Milano una città attraente e romantica con poco da invidiare a Roma, Firenze o Venezia.

Ma questa volta la messa a fuoco è su una strada, un luogo affettivo quasi, poche centinaia di metri che raccolgono l’anima più essenziale di 12 città europee, dalle grandi arterie alle sontuose vie mitteleuropee alle piccole strade acciottolate, posti dove ci si può rilassare, ma anche godersi l’eco della storia e per Milano una bella doppietta in piena eco mediatica del Salone del Mobile e alla vigilia dell’inaugurazione dell’Expo. Il fascino discreto di Ripa di Porta Ticinese secondo Williams
è quello di una movida rilassata, scintillante di luci e di acqua – che dovrebbe essere assicurata nel Canale almeno nel periodo dell’Expo – e che fa di questa zona quasi un angolo di Venezia. E dove si parla parecchio inglese, grazie alle università internazionali.

Fonte Corriere Della Sera e New York Times

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